Figure dell'ingenuità / Figures of Naivety View of the text installed in the exhibition Una gita nel bosco / Ein Ausflug in den Wald Photo courtesy Gianni Moretti |
(scroll down for English version)
di Veronica Liotti e Stefano Franchini
(Düsseldorf, 25 aprile 2015)
Presentiamo qui sei figure dell’ingenuità:
il
Bambino, l’Animale, il Santo, il Politico, l’Economista
e
infine Perelà,
la
creatura futurista di Aldo Palazzeschi che dell’ingenuità è
metafora assoluta.
Le
presentiamo attraverso un collage testuale,
applicando
per questa operazione critica
il
principio costruttivo radicale suggerito da Walter Benjamin:
un
testo fatto solamente di citazioni.
Non
si tratta di condividere o criticare ciò che le citazioni dicono,
ma di
affrontare il tema in modo possibilmente suggestivo e stimolante.
Ogni
testo è introdotto da un nostro sintetico commento.
Tutti
i testi risalgono a un’epoca anteriore al 1933,
data
cruciale che segna una cesura
nella
storia dell'ingenuità.
• 1 •
Il bambino è ingenuo, crede a tutto,
perché percepisce se stesso tutt’uno con ciò che lo circonda
perché percepisce se stesso tutt’uno con ciò che lo circonda
Jean
Piaget
La
rappresentazione del mondo nel fanciullo
1926
Tr.
it. Maria Villaroel, Einaudi, Torino 1955
La
distinzione fra il pensiero e il mondo esteriore non è innata nel
fanciullo ma lenta a liberarsi e costruirsi. […] Durante gli stadi
primitivi, infatti, non avendo il fanciullo coscienza della sua
soggettività, tutto il reale è posto su un piano unico per
confusione degli apporti esterni e degli apporti interni. Il reale è
impregnato di aderenze dell’io, e il pensiero è concepito in
comunione con l’io e obbediente all’io. Esiste partecipazione e
magia. […]
Egli
non ha scoperto la molteplicità delle prospettive e resta chiuso
nella sua, come se fosse la sola possibile. Afferma senza prova, non
sentendo il bisogno di convincere. Onde il giuoco, l’invenzione, la
tendenza
alla credenza immediata,
l’assenza di ragionamento deduttivo. (I.4 § 5)
• 2 •
L’animale è ingenuo perché stordito, tanto che non sa nemmeno di morire, e infatti non muore, ma finisce, perisce soltanto
Martin
Heidegger
Concetti
fondamentali della metafisica
1929-1930
tr.
it. Paola Coriando, il Melangolo, Genova 1992
Noi
definiamo lo
specifico essere-presso-di-sé dell’animale,
che non ha nulla dell’ipseità dell’uomo che ha una condotta in
quanto persona, questo coinvolgimento in sé dell’animale in cui
sono possibili tutti e ogni comportamento, col termine stordimento.
Soltanto perché l’animale è per sua essenza stordito, può
comportarsi. La possibilità del comportarsi nella maniera
dell’esser-animale si fonda in questa struttura essenziale
dell’animale, che ora mostriamo essere lo stordimento. Lo
stordimento è la condizione di possibilità grazie a cui l’animale,
secondo la sua essenza, si
comporta in un ambiente, ma non in un mondo.
(§ 58b)
Lo
stordimento come struttura fondamentale della vita delinea
possibilità
ben determinate della morte,
del giungere-alla-morte.
La morte dell’animale è un morire o un cessare
di vivere?
Poiché lo stordimento fa parte dell’essenza dell’animale, questo
non può morire, ma soltanto cessare di vivere, visto che attribuiamo
all’uomo il morire. (§ 61c)
• 3 •
Il
santo è ingenuo perché vive unicamente nella sfera etica
Vangelo
secondo Luca
6,
27-36
I
secolo d.C.
Tr.
it. Nuova Riveduta
Ma
a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici; fate del bene a
quelli che vi odiano; benedite quelli che vi maledicono, pregate per
quelli che vi oltraggiano. A chi ti percuote su una guancia, porgigli
anche l'altra; e a chi ti toglie il mantello non impedire di
prenderti anche la tunica. Da' a chiunque ti chiede; e a chi ti
toglie il tuo, non glielo ridomandare. E come volete che gli uomini
facciano a voi, fate voi pure a loro. Se amate quelli che vi amano,
quale grazia ve ne viene? Anche i peccatori amano quelli che li
amano. (6, 27-36)
• 4 •
Ingenuo
è ritenere che dietro nemici pubblici (di tutti)
non si celino
interessi privati (di pochi)
Carl
Schmitt
Il
concetto di “politico”
1932
Tr.
it. Pierangelo Schiera, il Mulino, Bologna 1972
La
specifica distinzione politica alla quale è possibile ricondurre le
azioni e i motivi politici è la distinzione di amico
(Freund)
e nemico
(Feind).
(§2)
Nemico
è solo il nemico pubblico, poiché tutto ciò che si riferisce ad un
simile raggruppamento, e in particolare ad un intero popolo, diventa
per ciò stesso pubblico. Il nemico è l'hostis,
non l'inimicus
in senso ampio; il polémios,
non l'ekthròs.
La lingua tedesca, come altre, non distingue fra "nemico"
privato e politico, cosicché sono possibili, in tal campo, molti
fraintendimenti e aberrazioni. Il citatissimo passo che dice: "amate
i vostri nemici" (Matteo 5, 44; Luca 6, 27) recita "diligite
inimicos vestros" e non "diligite hostes vestros": non
si parla qui del nemico politico. Nella lotta millenaria fra
Cristianità e Islam, mai un cristiano ha pensato che si dovesse
cedere l'Europa invece che difenderla, per amore verso i Saraceni o i
Turchi. Non è necessario odiare personalmente il nemico in senso
politico, e solo nella sfera privata ha senso amare il proprio
"nemico", cioè il proprio avversario. Quel passo della
Bibbia […] non comanda che si debbano amare i nemici del proprio
popolo e che li si debba sostenere contro dì esso. (§3)
• 5 •
L’economista
ingenuo, romantico o sentimentale,
è utopista e in definitiva
reazionario
Vladimir
Ilʹič Lenin
Caratteristiche
del romanticismo economico
1897
Tr.
it. Editori Riuniti, Roma, 1972
[Marx]
imposta il problema dell'instabilità del capitalismo (instabilità
constatata da tutti
e tre questi scrittori
[Sismondi, Proudhon e il populista N.-on]) sul piano storico
e considera questa instabilità come un fattore
di progresso.
In altri termini, egli ritiene, anzitutto, che lo sviluppo
capitalistico, il quale si compie mediante squilibri, crisi ecc., è
uno sviluppo
necessario
[…] Se non si comprende che questa “instabilità” è un
elemento necessario
di ogni capitalismo e di ogni economia mercantile in generale, si
giunge, come i due scrittori [Sismondi e Proudhon], all'utopia.
L'incomprensione degli elementi di progresso, che sono inerenti
a questa instabilità, rende le loro teorie reazionarie.
(Capitolo “La critica sentimentale del capitalismo”)
• 6 •
L’uomo
leggero, l’uomo di fumo,
che non ha esperienza del mondo e che dal
mondo è raggirato
Aldo
Palazzeschi
Il
codice di Perelà. Romanzo futurista
1911
SE,
Milano, 2007
–
Glielo
hanno affidato definitivamente?
–
Altro!
Il Re e il ministro metteranno le loro firme sotto quella di Perelà,
essi non potranno replicare sopra uno solo degli articoli ch’egli
avrà dettato.
–
E
come farà per mettersi al corrente?
–
Cosa
vorrebbe dire?
–
In
certe cose mi sembra così ingenuo…
–
Non
è ingenuo
sai, è che non ancora preso la pratica della nostra vita.
–
Ingenuo!
La pratica! Non vuole sprecare il suo fiato per voi ecco che cos’è.
–
Ed
ora si ritira a studiare. Il Codice dovrà cominciarlo dentro l’anno.
–
Sai
che cosa dobbiamo fare?
–
Che?
–
Dobbiamo
incominciare da stasera a non perderlo un momento di vista Perelà.
–
Per
fare?
–
Ma
ti pare? Noi
possiamo esercitare una grande influenza su di lui.
Se vogliamo andare al parlamento!
•
In
ricordo degli antifascisti massacrati il 2 maggio 2014 nella Casa dei
Sindacati di Odessa, Ucraina
•
*** testo scritto per la collettiva Una gita nel bosco,
un progetto di Annalisa Furnari, Fabio Marullo e Gianni Moretti.
Berlino, 29-30 maggio 2015 ***
(English version)
Figures of Naivety
by Veronica Liotti and Stefano Franchini
by Veronica Liotti and Stefano Franchini
(Düsseldorf,
April 25th,
2015)
We are here going to
present six figures of naivety:
the Child, the
Animal, the Saint, the Politician, the Economist,
and
in the end Perelà,
the futuristic creature
by Aldo Palazzeschi that is the absolute metaphor of naivety.
We are presenting them
through a text-collage,
applying for this
critical operation
the radical constructive
principle theorized by Walter Benjamin:
a text only made of
quotations.
The point is not to
agree or to disagree with what the quotations say,
but to possibly approach
the theme in a stimulating and appealing way.
Each text is introduced
by a synthetic comment written by us.
All texts date before
1933,
a crucial year that
marks a cut
in
the history of naivety.
• 1 •
The
child is naive, believes in everything,
because perceives himself as
a whole with what surrounds him
Jean
Piaget
The
Child's Conception of the World
1926
Eng.
tr. London: Routledge and Kegan Paul, 1928
The
distinction between thought and the external world is not innate in
the child but is only gradually evolved and built up by a slow
process. […] In fact, during the primitive stage, since the child
is not yet conscious of his subjectivity, all reality appears to be
of one unvaried type by reason of the confusion between the data of
the external world and those of the internal. Reality is impregnated
with self and thought is conceived as belonging to the category of
physical matter. […] All the universe is felt to be in communion
with and obedient to the self. There is participation and magic. […]
He
has not yet discovered the multiplicity of possible perspectives and
remains blind to all but his own as if that were the only one
possible. Also he states hos views without proof since he feels no
need to convince. The results of this are seen in play, make-belief,
the tendency to believe without proof,
the absence of deductive reasoning. (I.4 § 5)
• 2 •
The
animal is naive because is captivated,
to such a point that it does not even know it is dying,
indeed it
does not die, but ends, perishes only
Martin
Heidegger
The
Fundamental Concepts of Metaphysics
1929-1930
Eng.
tr. by William McNeill and Nicholas Walker, Indiana University Press,
Bloominghton 1995
We
shall describe the
specific way in which the animal remains with itself
– which has nothing to do with the selfhood of the human being
comporting him- or herself as a person – this way in which the
animal is absorbed in itself, and which makes possible behaviour of
any and every kind, as captivation [Benommenheit]. The animal can
only behave insofar as it is essentially captivated. The possibility
of behaving in the manner of animal being is grounded in this
essential structure of animal, a structure we will now elucidate as
captivation. Captivation il the condition of possibility for the fact
that, in accordance with essence, the
animal behaves within an environment but never within a world.
(§ 58b)
In
captivation, as the fundamental structure of life, certain
quite determinate possibilities of death, of approaching death,
are prefigured. Is the death of the animal a dying or a way of coming
to an end?
Because captivation belongs to the essence of the animal, the animal
cannot die in the sense in which dying is ascribed to human beings
but can only come to an end. (§ 61c)
• 3 •
The saint is naive because he only lives in the ethical sphere
Gospel
of Luke
6,
27-36
I
secolo d.C.
Eng.
tr. The King James Bible
But
I say unto you which hear, Love your enemies, do good to them which
hate you, Bless them that curse you, and pray for them which
despitefully use you. And unto him that smiteth thee on the one cheek
offer also the other; and him that taketh away thy cloke forbid not
to take thy coat also. Give to every man that asketh of thee; and of
him that taketh away thy goods ask them not again. And as ye would
that men should do to you, do ye also to them likewise. For if ye
love them which love you, what thank have ye? for sinners also love
those that love them. (6, 27-36)
• 4 •
It
is naive to assume that under public enemies (of everybody)
there are
not hidden private interests (of a few)
Carl
Schmitt
The
Concept of the Political
1932
Eng.
tr. by George Schwab, The University of Chicago Press, 1996
The
specific political distinction to which political actions and motives
can be reduced is that between
friend and
foe.
(§2)
The
enemy is solely the public enemy, because everything that has a
relationship to such a collectivity of men, particularly to a whole
nation, becomes public by virtue of such a relationship. The enemy is
hostis,
not inimicus
in the broader sense; polémios,
not ékthros.
As German and other languages do not distinguish between the private
and political enemy, many misconceptions and falsifications are
possible. The often quoted “Love your enemies” (Matt. 5:44; Luke
6:27) reads “diligite inimicos vestros,” agapate tous ékthrous
hymon, and not diligite hostes vestros. No mention is made of the
political enemy. Never in the thousand-year struggle between
Christians and Moslems did it occur to a Christian to surrender
rather than defend Europe out of love toward the Saracens or Turks.
The enemy in the political sense need not be hated personally, and in
the private sphere only does it make sense to love one’s enemy,
i.e., one’s adversary. The Bible quotation […] certainly does not
mean that one should love and support the enemies of one’s own
people. (§3)
• 5 •
The
naive economist, romantic and sentimental, is utopianist
and actually
reactionary
Vladimir
Ilʹič Lenin
A
Characterisation of Economic Romanticism
1897
Eng.
tr. by George Hanna, Progress Publishers, Moscow, 1963
[Marx]
places the question of the instability of capitalism (which all these
three authors admit [Sismondi, Proudhon, and Mr. N.–on]) on a
historical plane and regards this instability as a progressive
factor.
In other words: he recognizes, firstly, that existing capitalist
development, which proceeds through disproportion, crises, etc., is
necessary
development.
Their [Sismondi’s and Proudhon’s] failure to understand that this
“instability” is a necessary feature of all capitalism and
commodity economy in general brought them to
utopia.
Their failure to understand the elements of progress inherent
in
this instability makes their theories
reactionary
(Chapter “The Sentimental Criticism of Capitalism”).
• 6 •
The
light man, the man of smoke, who has no experience
of the world and
is fooled by the world
Aldo
Palazzeschi
Man
of Smoke
1911
SE,
Milano, 2007
Eng.
tr. by Nicolas J. Perella and Ruggero Stefanini, Italica Press, New
York, 1992
-
Have they definitely entrusted it to him?
-
Positively! - Third member. - The King and the Minister will add
their signatures below Perelà’s. They won’t be able to object to
a single one of the article he dictates.
-
But how will he manage to get the necessary information?
-
What kind of information? What do you mean by that?
-
In some things he strikes me as being so naive…
-
Naive… oh, sure! He’s probably more cunning than a fox. It’s
just that he’s extremely reserved, and he’s right to be so.
-
He’s anything but naïve, he doesn’t want to waste his breath on
you, that’s all.
-
And now he’s going into seclusion in order to concentrate.
-
Do you know what we need to do?
-
What?
-
Beginning this evening we mustn’t lose sight of him.
-
Why is that?
-
What do you think? We can exercise a lot of of influence on him, a
way for us to have a say in the Council of State.
•
In
memory of the antifascists massacred on May 2nd,
2014 in the Trade Unions House of Odessa, Ukraine
•
*** text written for the group exhibition
a project by Annalisa Furnari, Fabio Marullo and Gianni Moretti.
Berlin, May 29-30, 2015 ***