coriandoli leggeri come nuvole, 2010, colle su tela, 70x70 cm courtesy l’artista e galleria Blu, Milano |
L'artista di fama
internazionale Tom Friedman (St Louis, 1965) è noto per la
straordinaria capacità di manipolare e controllare i materiali più
disparati della quotidianità – dalla polvere all'aspirina, dalla
carta alle matite, dal chewing-gum ai peli umani, e via dicendo –
per creare sculture originali in cui un'attenzione quasi ossessiva al
dettaglio va di pari passo con un'incredibile abilità tecnica. Il
materiale, il processo di alterazione dello stesso e la forma che ne
consegue sono elementi costanti imprescindibili del suo “metodo”.
L'artista indaga ogni materiale e ne rivela proprietà estetiche e
formali inaspettate. Di fronte alle sue opere ci si domanda sempre
che cosa essa siano, di cosa siano fatte e perché abbiano un certo
aspetto.
La ricerca artistica di Davide Nido sembra percorrere una direzione in qualche modo parallela e affine a quella dello statunitense.
La ricerca artistica di Davide Nido sembra percorrere una direzione in qualche modo parallela e affine a quella dello statunitense.
I suoi quadri, infatti,
sono realizzati non con i consueti e tradizionali colori e pigmenti
(acrilici, a olio, acquerelli, tempere ecc.), bensì con la colla a
caldo. L'artista milanese impiega da sempre questo particolare
materiale spingendolo al limite delle possibilità tecniche e
cromatiche. Gioca sulle trasparenze, sugli spessori e sugli
accostamenti cromatici e formali come un pittore classico, ma lo fa
con un medium assolutamente inedito e personale.
E' importante tenere
presente che la colla a caldo presenta notevoli limitazioni in quanto
ha un tempo di asciugatura piuttosto rapido, non permette
“correzioni”, ha una consistenza data e non modificabile, ed è
disponibile in poche colorazioni base. Come ben fa notare Maurizio
Sciaccaluga, in un suo testo critico, «E' un pittore che si è
dato un ambito, quello della colla a caldo, e ne ha accettato i
condizionamenti [...] come sprone alla ricerca, all'innovazione, al
raggiungimento di un confine ultimo, oltre cui non è possibile
avventurarsi […]».
Riprendendo
il paragone con Friedman, attraverso pochi elementi costanti –
colla (materiale), struttura (processo di alterazione), accostamenti
cromatici e formali (forma) – la poetica di Nido riesce
incredibilmente ad evitare la monotonia e la sterile serialità
sfruttando i vincoli come opportunità e rinnovandosi continuamente.
Le composizioni, come le sculture dell'americano, sono rigorose e dimostrano un'attenzione quasi maniacale al dettaglio e alla precisione. Ogni impronta lasciata dal collante siliconico è calibrata e trova una propria collocazione definita all'interno dell'immagine complessiva. Sembra incredibile, ma anche le “esplosioni” più briose e apparentemente “disordinate” – come quelle dei coriandoli – sottostanno a un ordine compositivo determinato e controllato, non molto dissimile da quello che troviamo in un Piero della Francesca. Sempre per citare Sciaccaluga, «Nido, paradossalmente, è un pittore, e di quelli più conservatori».
Le composizioni, come le sculture dell'americano, sono rigorose e dimostrano un'attenzione quasi maniacale al dettaglio e alla precisione. Ogni impronta lasciata dal collante siliconico è calibrata e trova una propria collocazione definita all'interno dell'immagine complessiva. Sembra incredibile, ma anche le “esplosioni” più briose e apparentemente “disordinate” – come quelle dei coriandoli – sottostanno a un ordine compositivo determinato e controllato, non molto dissimile da quello che troviamo in un Piero della Francesca. Sempre per citare Sciaccaluga, «Nido, paradossalmente, è un pittore, e di quelli più conservatori».